L’11 febbraio si celebra la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, un’occasione importante per riflettere sul lungo cammino delle donne nel campo scientifico, ancora segnato da ostacoli e disuguaglianze, ma anche da straordinarie conquiste. Questa giornata, istituita nel 2015 dall’ONU, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo la necessità di promuovere l’equità di genere nel settore scientifico e tecnologico (STEM) e a celebrare le conquiste delle donne che hanno aperto la strada a generazioni future.
Nel corso della storia, l’accesso delle donne alla scienza è stato estremamente limitato, ma con determinazione e coraggio, molte di loro sono riuscite a superare le barriere. Un esempio emblematico è la frase che emerge da una guida statunitense per manager nel 1943: «Le donne possono essere istruite a fare qualunque lavoro, ma ricordate: una donna non è un uomo; è un sostituto, come la plastica può sostituire il metallo». Questa visione discriminatoria rispecchiava un periodo storico in cui, durante la Seconda Guerra Mondiale, le donne venivano incoraggiate a entrare in settori tecnici e scientifici, ma sempre considerandole come una soluzione temporanea. Nonostante il loro apporto fondamentale, la mentalità diffusa non vedeva le donne come scienziate a pieno titolo.
Per secoli, l’accesso delle donne all’istruzione superiore fu severamente limitato. Le poche fortunate che potevano studiare lo facevano principalmente all’interno di conventi, dove la scienza non era una priorità. Solo a partire dalla fine del XIX secolo, con l’apertura delle università anche alle donne, il panorama iniziò a cambiare. Un esempio di coraggio e determinazione fu Elena Lucrezia Corner Piscopia, che nel 1678 divenne la prima donna a laurearsi all’Università di Padova. Un altro nome che si distingue nella storia della scienza femminile è quello di Laura Bassi, fisica del Settecento che, grazie alle sue straordinarie capacità, ottenne una cattedra universitaria, diventando la prima donna a farlo.
Tuttavia, fu solo nel XX secolo che la lotta per l’uguaglianza nell’accesso all’istruzione universitaria portò a risultati concreti. Fino ad allora, la scienza rimase un universo prevalentemente maschile, impregnato della convinzione che le donne fossero inferiori in ambito intellettuale. Nonostante ciò, alcune donne straordinarie, come la matematica Emmy Noether, che rivoluzionò l’algebra moderna, o Marie Curie, che vinse due premi Nobel (1903 e 1911), dimostrarono con i loro successi che la scienza non aveva genere.
Nel corso del Novecento, scienziate come Margherita Hack, astrofisica italiana di fama internazionale, hanno continuato a sfidare gli stereotipi. Hack stessa raccontava di come l’apertura mentale della sua famiglia le avesse permesso di scegliere la carriera scientifica senza mai sentirsi inferiore ai suoi colleghi uomini. Questo tema è conosciuto come “effetto Matilda”, che si riferisce alla sottovalutazione o all’ignoranza del contributo delle scienziate da parte della comunità scientifica, nonostante i loro risultati straordinari.
Oggi, circa il 40% degli studenti nelle facoltà scientifiche è di sesso femminile, un dato che continua a crescere. Le giovani donne sono sempre più incoraggiate a entrare in ambiti un tempo considerati esclusivamente maschili, ma se si guarda alla realtà dei ruoli apicali, la situazione cambia radicalmente. Infatti, meno del 30% delle ricercatrici riesce a ottenere una posizione di professore ordinario o a ricoprire ruoli decisionali. Questo fenomeno è conosciuto come “soffitto di vetro” (glass ceiling), una barriera invisibile che ostacola la carriera delle donne senza apparenti impedimenti diretti, ma con disuguaglianze sistemiche difficili da identificare.
Nonostante il divario di genere, il numero di donne che lavorano nella scienza è in crescita, così come la visibilità di figure femminili in altri settori. Le conquiste delle donne nella scienza, nella politica, nello sport e in altri ambiti offrono oggi alle giovani ragazze modelli di riferimento che per secoli sono stati scarsi o inesistenti. Queste conquiste non sono solo simboli di cambiamento, ma segnali tangibili di un progressivo abbattimento degli ostacoli che ancora oggi condizionano la carriera scientifica delle donne.
La Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza ci invita a celebrare i progressi ottenuti, ma anche a riconoscere il lavoro che resta da fare. Per ogni conquista, una nuova sfida si pone, ma con la consapevolezza che il cammino tracciato dalle donne di ieri sta ormai dando forma a un futuro più equo e inclusivo per le donne di domani.